Restrizioni alla libertà religiosa: i risultati di un interessante studio americano

In questi giorni è uscito un  interessante studio riguardanti le restrizioni alla libertà religiosa di cui conviene dar conto.

L’indagine (che ha riguardato 198 nazioni di tutti i continenti) è stata effettuata dal Pew Forum on  Religion and Public Life, un istituto americano specializzato in questo genere di rilevamenti, e i risultati sono a dir poco allarmanti. È risultato infatti che circa il 70% della popolazione mondiale vive in Paesi in cui la libertà religiosa incontra severe restrizioni. La valutazione è stata fatta in base a due metri di misura: le restrizioni operate dai governi e quelle messe in atto da privati e gruppi organizzati. L’Arabia Saudita è l’unico Paese ad aver registrato il massimo indice in entrambe le misurazioni.

Nelle prime dieci posizioni i Paesi sono quasi tutti a maggioranza musulmana, ma è possibile trovarvi anche la Cina e Myanmar. In Europa, i Paesi che mettono in atti politiche più restrittive nei confronti della religione sono la Bielorussa e la Russia, mentre Germania, Francia e Austria ottengono un risultato sopra le media a motivo  delle legislazioni vigenti in questi stati e atte a proteggere i cittadini dai culti delle sette. In generale, sono il Medio Oriente e il Nord Africa ad adottare le politiche più restrittive, mentre le Americhe risultano all’ultimo posto.

Dati che non fanno ben sperare, dunque, e che mostrano chiaramente come la via verso la piena e completa libertà religiosa sia ancora lunga ed accidentata. Rendersi conto del problema e coscientizzarsi riguardo ad esso è già un primo passo.

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