Amartya Sen, il terrorismo internazionale e le religioni

“Il dialogo tra le religioni non argina l’odio”: un titolo così non poteva ovviamente non attirare la mia attenzione. E in effetti, l’articolo che il premio Nobel Amartya Sen ha pubblicato sul Corriere della Sera merita la massima attenzione. Con qualche però. L’economista indiano prende le mosse da un rapporto, denominato “Un cammino civile verso la pace” e redatto dalla Commissione del Commonwealth, che ha il compito di indagare le cause del terrorismo internazionale. Parlando della questione delle identità, Sen scrivi che “persino l’immane violenza scatenata dalla Prima guerra mondiale, che costrinse tanti europei a partecipare da protagonisti consapevoli a una guerra inutile, si giustificava esaltando le identità nazionali, a scapito di tutto il resto. Oggi, l’effetto dirompente di una priorità così esasperata scaturisce sempre di più dall’affermazione di un’identità religiosa, anziché nazionale, ignorando tutte le altre eventuali appartenenze”. Osservazione ineccepibile e riguardo alla quale è difficile fare obiezioni. Poi però l’autore prosegue affermando che “persino il voler instaurare un «dialogo tra le religioni», che per quanto animato da buone intenzioni resta sempre piuttosto angusto (benché molto in voga in questo momento), rischia di minare seriamente altri tentativi civili, che si ricollegano a lingua, letteratura, espressioni culturali, politiche nazionali e interazione sociale capaci di aiutare gli individui a sottrarsi allo sfruttamento delle differenze religiose, perché questo ben presto minaccia di scalzare tutte le altre affiliazioni”. Cioè, pare di capire (anche se questo si comprende solo dall’insieme dello scritto) che l’autore auspicherebbe l’eliminazione di tutte le differenze (comprese, è questo il punto, quelle religiose) perché solo questo aiuterebbe a superare l’odio e la violenza montanti nel mondo. Magari questa è una semplificazione. Magari ho capito così solo io. Magari non era questa l’intenzione di Sen, però sarebbe bello discuterne con lui e si tratta di uno scritto davvero interessante.

2 Risposte

  1. Personalmente ritengo che tali affermazioni non siano complete… leggendo infatti solo superficialmente la storia si nota come le religioni e i nazionalismi hanno fatto da alibi per i peggiori e macabri stermini (crociate, guerre mondiali,ecc) ma se si guarda meglio, ci si accorge invece che tutto ruota invece intorno ad un’altro dio: il denaro. Infatti, guarda caso, l’aspetto più ricercato e bramato dalle crociate e guerre nella storia era poter razziare e soggiogare quanto più possibile il nemico.

  2. Già, hai ragione. Io pensavo comunque ad un altro aspetto. Sen sembra ritenere (e giustamente) che il compito identitario una volta assolto dagli stati nazionali lo sia ora dalle religioni, per cui pare auspicare la scomparsa delle differenze, comprese le differenze tra le religioni. Magari questa è un’estremizzazione del suo pensiero, ma così pare ad una lettura (non superficiale, in verità) del suo scritto.

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