Chi pensasse che il culto delle reliquie sia una qualcosa di tipicamente cattolico, avrebbe da oggi una sonora smentita. Inizia infatti a Padova (per proseguire successivamente a Milano e Bologna) l’esposizione delle reliquie del Buddha storico, evento più unico che raro e che attirerà quindi moltissimi visitatori.
Come spiegato in ambito buddhista, “quando pensiamo a alle reliquie abbiamo la tendenza di contemplare qualcosa di morto, inanimato e forse anche non attraente, come vestiti, frammenti di ossa o di denti. Non è ciò che sono queste reliquie. Quando un Maestro spirituale viene cremato, nei resti delle ceneri, spesso vengono trovate delle meravigliose perle di cristallo. I tibetani le chiamano Ringsel. La loro purezza interiore appare nella forma di reliquie. I veri maestri spirituali generalmente non parlano dei loro conseguimenti interiori, così esse sono la tangibilità materiale che il maestro ha ottenuto le qualità di compassione e saggezza prima della morte”.
Raniero Gnoli, docente di Indologia alla Sapienza di Roma, e curatore per i Meridiani di Mondadori di due volumi dedicati agli insegnamenti del Buddha, afferma che «nel testo che parla della morte del Buddha si dice che i resti vennero custoditi dai discepoli, ci furono anche contrasti nella divisione, e in fondo è naturale. È vero che il Buddha disse “non mi vedrete più”, ma tutti i fondatori di religione vengono in qualche modo deificati, succede anche con Maometto nell’Islam, il culto delle reliquie è una forma di rispetto».
Una forma di rispetto che in questo caso ha anche un risvolto benefico, visto che le offerte raccolte in occasione dell’esposizione andranno a finanziare alcuni progetti del Maitreya Project. Ovviamente (essendo il mondo buddhista alquanto variegato) non potevano mancare coloro che dissentono dall’operazione, mentre (in maniera altrettanto ovvia) è stato prontamente allestito un gruppo Facebook al riguardo che conta attualmente oltre 600 iscritti.
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