Comunità online e chiese: uno stop dai giudici americani

Può una comunità che vive soltanto online fregiarsi della denominazione di “chiesa”? La risposta a tale domanda ha implicazioni teologiche non indifferenti, come si può facilmente intuire, che spaziano dal campo liturgico a quello sacramentario e così via. Negli Stati Uniti è stata ora data una risposta a tale domanda, anche se ciò che l’ha originata non sono astratte questioni teologiche ma molto più concreti interessi di dare e avere: Negli States, infatti, le Chiese riconosciute come tali godono di importanti e sostanziosi benefici fiscali.

La Foundation of Human Understunding, una comunità virtuale che vive soltanto in rete e via etere, ha fatto quindi richiesta per essere riconosciuta ufficialmente come “chiesa”, ma la sua domanda è stata rigettata dalla Corte d’appello federale. Quest’ultima, nella propria sentenza, ha stabilito che esistono alcuni criteri minimali perché una chiesa possa essere riconosciuta come tale: un credo, una forma di culto, un insieme di dottrine, una disciplina interna, dei leader riconosciuti, dei membri che non siamo contemporaneamente anche fedeli di altre chiese ed un regolare servizio di culto.

È proprio su quest’ultimo punto che pare si siano infranti i desideri della FHU di vedersi riconosciuta come chiesa. Mentre infatti per i precedenti criteri non pare sussistano particolari problemi, il giudice ha stabilito che il cosiddetto “ministero elettronico” non possa essere ricompreso tra quelli previsti dal legislatore americano. La sentenza farà indubbiamente discutere e ne risentiremo parlare, non solo negli States.

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Inghilterra: pastore metodista lancia un servizio di preghiere via Twitter

“Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto”. Chissà se il reverendo Tim  Ross, pastore metodista britannico con l’hobby del digitale e dell’arte contemporanea,  ha pensato a questa massima prima di lanciare il suo innovativo servizio. Come riferisce il quotidiano The Telegraph, l’inventivo Ross ha deciso infatti di utilizzare i 140 caratteri di Twitter per inviare preghiere e brevi messaggi ai suoi fedeli. I quali sono invitati a leggere i medesimi ad alta voce e quindi ad inviare una sorta di messaggio di ricevuto digitando “Amen”.

Il reverendo Ross è convinto che con questo mezzo potrà unire in preghiera cristiani provenienti dalle più svariate parti del mondo e, cosa ancor più importante, raggiungere anche coloro che normalmente non mettono mai piede in chiesa. “La percezione che si ha della Chiesa –ha dichiarato Ross- è quella di qualcosa di rugginoso che sta in edifici obsoleti e non in contatto con il mondo che la circonda: la mia è una dichiarazione che siamo disposti ad abbracciare la rivoluzione tecnologica”.

A dimostrazione della sua passione per il mondo digitale, Tim Ross ha anche un blog che ha significativamente chiamato Twenty-First Century Christian.

Al via una settimana dedicata alla comunicazione con Caserta capitale

Da domenica 9 maggio, per poi proseguire per  tutta la settimana, prendono il via gli eventi legati alla Settimana della Comunicazione, che culmineranno con la celebrazione, domenica 16 maggio, con la Giornata delle Comunicazioni Sociali.

Il messaggio per la Giornata 2010 guarda ai sacerdoti e alle potenzialità pastorali dei media. In esso i sacerdoti sono incoraggiati ad affrontare «le sfide che nascono dalla nuova cultura digitale». Se conosciuti e valorizzati adeguatamente i mezzi di comunicazione sociale «possono offrire ai sacerdoti e a tutti gli operatori pastorali una ricchezza di dati e di contenuti che prima erano di difficile accesso, e facilitano forme di collaborazione e di crescita di comunione impensabili nel passato». Grazie ai nuovi media -spiega una nota ufficiale del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali- «chi predica e fa conoscere il Verbo della vita può raggiungere con parole, suoni e immagini -vera e specifica grammatica espressiva della cultura digitale- persino singole e intere comunità in ogni continente, per creare nuovi spazi di conoscenza e di dialogo giungendo a proporre e realizzare itinerari di comunione».

Cuore delle celebrazioni di quest’anno sarà la diocesi di Caserta, dove è stato organizzato l’annuale Festival della Comunicazione sociale. ”Non ci ha colti impreparati il tema e il messaggio di quest’anno, che è in sintonia con l’Anno Sacerdotale e mette in risalto la figura del sacerdote inserito in un’azione pastorale che tenga conto del mondo digitale – ha spiegato don Roberto Ponti, presidente del Centro Culturale San Paolo, organizzatore della Settimana insieme con la Società San Paolo, le Figlie di San Paolo e la diocesi campana e che vedrà dispiegare durante i sette giorni sessanta eventi e circa un centinaio di ospiti.

“Testimoni digitali”: domani al via il convegno su Chiesa e Web

Prenderà il via domani a Roma ”Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell’era crossmediale’‘, importante convegno promosso dalla Commissione per la Cultura e le comunicazioni sociali della Cei e che si concluderà con l’udienza concessa da papa Benedetto XVI alle migliaia di partecipanti.

Mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, presentando i lavori ha affermato che ”è importante entrare in questo nuovo ambiente mediatico digitale ed e’ auspicabile la crescita dell’utilizzo di tali mezzi. Tuttavia – ha precisato – la sfida e’ nella crescita della responsabilità, nella capacità di discernimento, di giudizio e di decisione nell’abitare questo spazio. Ciò vale per tutti, e in special modo per i preti, perché ha a che fare con l’autoeducazione e la responsabilità educativa. E’ necessario educarsi sempre di più per aiutare ad abitare questo mondo in modo responsabile e costruttivo e per umanizzarlo”.

Nel corso della tre giorni sono in programma interventi di numerosi personaggi di spicco nazionale e internazionale del mondo della comunicazione e del giornalismo. Giovedì 22 aprile, tra gli altri, interverranno Nicholas Negroponte, fondatore e direttore dei Media Lab del Mit, e, in una tavola rotonda su “Media, linguaggi e crossmedialità”, Mario Calabresi, direttore de La Stampa, Ruggero Eugeni, massmediologo dell’Università Cattolica di Milano, e Paolo Peverini, semiologo dell’Università Luiss. Venerdì 23 aprile, si parlerà di umanesimo nella cultura digitale e delle relazioni comunicative ed affettive dei giovani nello scenario online. La giornata si concluderà con due tavole rotonde. La prima su “I profili della generazione digitale” e la seconda su “La fede nella Rete delle relazioni: comunione e connessione”. Sabato 24 aprile, infine, vedrà gli interventi di Padre Federico Lombardi, direttore sala stampa vaticana, Radio Vaticana e Centro Televisivo Vaticano, Lorenza Lei, vicedirettore generale Rai, e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. Il convegno si concluderà, quindi, come detto con l’udienza del Santo Padre.

Ovviamente sarà anche possibile seguire i lavori online sul sito del convegno.

Il Papa: via libera ai cyber-preti nella nuova era digitale

Con un giorno di anticipo, è stato diffuso il messaggio papale per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in programma per il prossimo mese di maggio. “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”: questo il titolo e il tema del messaggio che si contraddistingue per un’apertura di credito nei confronto dei nuovi media che era forse finora mancata.

“Con la loro diffusione – scrive Benedetto XVI – la responsabilità dell’annuncio non solo aumenta, ma si fa più impellente e reclama un impegno più motivato ed efficace. Al riguardo, il Sacerdote viene a trovarsi come all’inizio di una ’storia nuova’, perché, quanto più le moderne tecnologie creeranno relazioni sempre più intense e il mondo digitale amplierà i suoi confini, tanto più egli sarà chiamato a occuparsene pastoralmente, moltiplicando il proprio impegno, per porre i media al servizio della Parola”. Tra i nuovi media il Papa cita in particolare video, animazioni, blog e siti Web, attraverso i quali “il sacerdote potrà far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo, coniugando l’uso opportuno e competente di tali strumenti, acquisito anche nel periodo di formazione, con una solida preparazione teologica e una spiccata spiritualità sacerdotale”.  Interessante anche il passo in cui si parla dei cosiddetti “lontani”: “Una pastorale nel mondo digitale è chiamata a tener conto anche di quanti non credono -scrive infatti Benedetto XVI- sono sfiduciati e hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche, dal momento che i nuovi mezzi consentono di entrare in contatto con credenti di ogni religione, con non credenti e persone di ogni cultura”.

Insomma, per una volta tanto il Web viene promosso “senza se e senza ma”, anche se per arrivarci ci è voluto del tempo.

Presentato a Loreto il “Facebook della preghiera”: fedeli di tutto il mondo uniti intorno al Rosario digitale

Si è svolto ieri a Loreto il convegno dall’accattivante titolo «Fede e tecnologia: una convergenza a sostegno della preghiera», organizzato dalla Delegazione pontificia per il Santuario della Santa Casa. L’occasione (oltre che per fare il punto della situazione in merito) è stata anche propizia per presentare quello che è già stato definito il ‘Facebook della preghiera’, un social network d’incontro e dialogo tra fedeli di tutto il mondo, per pregare ovunque e in qualunque momento della giornata e ispirato proprio al santuario di Loreto.

Come spiegato dallo stesso arcivescovo Giovanni Tonucci presentando l’iniziativa “all’inizio, un anno fa, si è sperimentato il rosario elettronico, un piccolo apparecchio che io stesso porto con me in macchina. È stato un successo, così si è pensato di aprirsi a nuovi orizzonti, attraverso i cellulari: in fondo anche l’uso della corona per recitare il rosario fu un primo passo tecnologico, e ora ne compiamo un altro a sostegno della preghiera…”.    Vincenzo Coccoli di Euro Digital Equipment, l’azienda che ha realizzato il Rosario Digitale (qui una sua breve intervista) aggiunge che “si tratta di un innovativo progetto digitale di supporto alla fede, concepito per mettere contemporaneamente in contatto più persone e dar loro la possibilità di aggregarsi in gruppi di preghiera”.  L’applicazione è accessibile gratuitamente all’indirizzo www.prexcommunion.com (dove sono  presenti i contributi registrati di monsignor Giovanni Tonucci, che lo introduce ed impartisce la benedizione finale) e a pagamento dai cellulari più evoluti o dagli Smart-Phone. La piattaforma consente inoltre di sapere in tempo reale quanti altri fedeli nel mondo stanno pregando insieme a noi per la stessa intenzione. I fedeli posso anche creare spazi personalizzati, blog, forum di discussione, condividere documenti, impostare calendari di eventi religiosi e organizzare incontri di preghiera.

L’idea è senz’altro buona, ora si tratterà di vedere come verrà recepita dal mondo della Rete e –soprattutto- se l’idea medesima corrisponde ad un bisogno reale. È la dura legge del Web.

Internet e comunicazione nella Chiesa: da domani i vescovi europei riuniti in Vaticano

Facebook, YouTube e Wikipedia sbarcano in Vaticano. Non nel senso che tali strumenti non siano finora conosciuti e usati oltre le Mura Leonine, bensì in quello che tali mezzi (ed altri appartenenti al cosiddetto Web 2.0)  saranno per la prima volta oggetto di intense giornate di studio. L’incontro, intitolato “La cultura di Internet e la comunicazione della Chiesa”, è organizzato nell’ambito dell’Assemblea plenaria della Commissione episcopale europea per i media (Ceem) che si svolgerà da domani a domenica 15 novembre.

Durante l’assemblea i vescovi europei si confronteranno con chi fa comunicazione e produce cultura attraverso Internet: dalla rete sociale Facebook al motore di ricerca Google-Youtube, dal microblogging Identi.ca all’enciclopedia sociale Wikipedia (è stranamente assente Twitter). Un sociologo aiuterà i partecipanti a comprendere il rapporto che i giovani hanno con Internet. Successivamente, si parlerà di pirateria informatica e copyright. Infine, dato che “i media diventano sempre più lo spazio sociale e culturale entro cui passano tutte le nostre pratiche individuali e sociali”, l’assemblea “cercherà di verificare come internet cambia anche le pratiche religiose in particolare tra i cristiani”. La Ceem è una commissione specializzata del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee) che segue lo sviluppo dei media e delle comunicazioni ecclesiali.  All’incontro prenderanno parte un centinaio di delegati: vescovi responsabili delle commissioni episcopali per le comunicazioni sociali, unitamente ad esperti, addetti stampa e portavoce delle Conferenze episcopali d’Europa.

Un altro segnale, unitamente a quello lanciato con il messaggio della prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, dell’interessamento della Chiesa attorno a tutto ciò che ruota attorno al fenomeno Internet.

Fede e comunicazione 2.0: alcuni possibili risposte

Come esprimere e proporre adeguatamente la fede in un mondo in cui dominano i media?

All’interrogativo cerca di dare una risposta John Flynn in un articolo apparso sull’agenzia  Zenit.  Partendo dall’assunto che troppo spesso  i  media sono inadeguati a parlare di temi religiosi, Flynn delinea alcune possibili risposte tratte soprattutto dal mondo evangelico (ma sarebbe forse meglio dire evangeli cale) americano ma applicabili a qualsiasi religione che voglia approcciarsi in modo adeguato ai media.

Basilare “è il fatto che l’atteggiamento del pubblico è molto cambiato. In passato, i rappresentanti delle Chiese e gli operatori cristiani rispondevano alle richieste del loro pubblico e sapevano che il pubblico avrebbe ascoltato. Per contro, oggi è il pubblico che domanda e la sfida è di fare in modo che ascolti e risponda”.  Interessante è il constatare come i concetti basilari del Web 2.0 abbiamo plasmato la mentalità dei più: “La generazione precedente era contenta di poter ascoltare le ultime omelie, ma quelli del Millennio vogliono prendere parte al dialogo e vogliono poter rispondere, altrimenti non sono interessati”.

Tra le raccomandazioni contenute nello scritto, quella di dare più potere alle immagini e il non dare valore esclusivamente ai messaggi negativi.  Infine, dare senso:  “Ciò che dobbiamo fare è mostrare alla cultura che non siamo contro di loro, che abbiamo una storia interessante e che questa può cambiare la loro situazione”.

Sfide difficili, ma non per questo (anzi, proprio per questo) appassionanti.

Exame.me: la vita spirituale 2.0 è online

Tutti coloro che amano una vita spirituale autenticamente 2.0, hanno ora a disposizione un nuovo strumento realizzato dal pastore protestante Brent Minter che si presenta ben fatto sin dal nome: Exame.me.

Dopo la registrazione obbligatoria al servizio, gli utenti troveranno a disposizione tre servizi: una lettura guidata delle Scritture, una guida alla preghiera e la possibilità di realizzare un vero e proprio diario per recuperare qualsiasi passaggio della Scrittura si desideri o annotare le proprie riflessioni.

Chi lo desidera, può anche provare il servizio prima dell’iscrizione. Ovviamente non potevano mancare una pagina su Facebook, un account su Twitter ed un blog a supporto del servizio.

Che si presenta davvero bene e al quale facciamo quindi i migliori auguri.

“Pope2You”: un progetto 2.0 per la Giornata delle comunicazioni sociali

“Pope 2you”: questo il nome del progetto che sarà online da dopodomani, giovedì, e che rappresenta un’autentica “prima volta” della chiesa nel campo dei social network. Come spiega l’infaticabile don Paolo Padrini, coordinatore del progetto per conto del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali, l’iniziativa “rimanda alla filosofia della condivisione dei file «peer to peer», che in questo caso significa: il Papa verso te/voi, in particolare verso i giovani, e i giovani verso il Papa”. Attraverso il sito, che sarà disponibile in cinque lingue (italiano, inglese, spagnolo, tedesco e francese), sarà possibile agli utenti  “entrare in contatto con la persona di Benedetto XVI, attraverso le sue parole, soprattutto attraverso il messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali”.

Da parte sua, mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio, ha spiegato che “Pope to you è “il primo tentativo valido di un sito che cerca di avere un dialogo propositivo con i giovani sulla linea di quanto indicato dal Papa nel messaggio per la Giornata mondiale”, ossia “promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”. Con questo progetto, ha aggiunto mons. Celli, “intendiamo promuovere un’esperienza di condivisione delle parole e delle immagini del Papa” con l’augurio di “passare dalla condivisione alla relazione”. Per quanto riguarda il futuro del portale, “al momento – ha concluso il presidente del Pccs – non c’è in programma una stabilità. Bisogna vedere quale sarà la risposta dei giovani”.