Nasce Eliber, prima piattaforma italiana di e-book cattolici



Grandi movimenti nel settore degli e-book, che spera in un consistente balzo in avanti in occasione delle prossime feste natalizie. L’editoria cattolica non sta a guardare ed ecco nascere Eliber, la prima piattaforma web cattolica per la distribuzione e vendita di e-book, realizzata dal «Messaggero di sant’Antonio» in partnership con LibreriadelSanto.it e Messaggero Distribuzione.
Dal15 dicembre, su LibreriadelSanto.it (la prima e più grande libreria cattolica online, nata nel giugno 2007) sarà possibile acquistare i primi e-book di editori cattolici. Al lancio partecipano, con titoli scelti, Edizioni Messaggero Padova, Libreria Editrice Vaticana, Elledici, Città Nuova, Edizioni Paoline, Cantagalli, Queriniana e Marcianum Press. Ogni libro sarà disponibile per l’acquisto e l’immediato download in due formati: ePub e pdf. Si pagherà, però, una sola volta, a differenza di altri e-store presso i quali occorre pagare per ogni formato. I file, naturalmente, resteranno a disposizione dell’utente-acquirente nella sua area riservata su LibreriadelSanto.it, senza limiti di tempo. Da qui egli potrà farne nuovamente il download ogni volta che lo desidera.
La scelta del doppio formato scaricabile nasce dall’attenzione per teologi, filosofi, letterati, storici, ricercatori, docenti e uomini di studio in genere, che, oltre alla comodità di poter leggere in mobilità su device e-reader, hanno l’esigenza di un testo di riferimento paginato, del tutto fedele alla pubblicazione cartacea, anche per poter citare correttamente l’originale.
In occasione del lancio vengono offerti gratis i primi 100 download dei seguenti titoli delle Edizioni Messaggero Padova: Scritti cattolici. Appunti di un cronista cristiano di Aldo Maria Valli; Nuovi vizi. Italiani allo specchio di Ugo Sartorio; Penultime notizie circa Ieshu/Gesù di Erri De Luca; Dialoghi nel Cortile dei Gentili. Dove laici e cattolici si incontrano di Lorenzo Fazzini; Noi e l’islam. Vent’anni dopo di Paolo Branca
L’iniziativa non è rivolta soltanto al libro. Eliber, infatti, fin dal suo avvio ha voluto includere nel proprio progetto anche la realtà editoriale delle riviste teologiche e di attualità religiosa – in Italia sono assai numerose e con contenuti di estremo interesse –, che hanno purtroppo una circolazione molto limitata. Per ora sono acquistabili «Credere Oggi», «Rivista Liturgica» e«Parole di Vita», sia in formato pdf che ePub: l’intero fascicolo o uno o più articoli al suo interno.

Pubblicità

A Roma il Festival internazionale di letteratura ebraica

La Casa dell’Architettura di Roma ospiterà dal 9 al 13 ottobre prossimi, la terza edizione del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica, curato da Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann.  La kermesse letteraria ospiterà intellettuali e scrittori da tutto il mondo, confermando la sua natura di appuntamento culturale dinamico e creativo che non si limita alla letteratura in senso stretto ma spazia dalla parola scritta alla relazione di questa con l’arte, il cinema, il teatro e la musica.

Nelle sue precedenti edizioni il Festival ha visto la partecipazione di migliaia di cittadini ed ha avuto una straordinaria visibilità mediatica, ospitando autori come Benny Morris, Nathan Englander, Etgar Keret, Corrado Augias, Erri De Luca, Claudio Magris, Lizzie Doron , Maurizio Molinari, Meir Shalev.

La terza edizione del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica nasce dal desiderio di raccontare, attraverso la voce degli scrittori e dei libri, come l’ebraismo affronta e risponde ai quesiti più attuali che coinvolgono la nostra società all’alba del XXI secolo. Tra gli ospiti di questa edizione, Paolo Giordano intervisterà Ron Leshem, autore del provocatorio “Tredici soldati”, sullo scrivere, sull’essere giovani scrittori e su Israele; la divulgatrice cabbalistica di origine eritrea Yarona Pinhas sarà la guida di un affascinante viaggio nella mistica ebraica; il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, e il maggiore esperto italiano di Cabbalà, Giulio Busi, risponderanno alle domande e alle curiosità sull’argomento; Manuel De Sica e Alain Elkann introdurranno la proiezione del film “Il giardino dei Finzi Contini”, di cui sarà presentato anche il progetto di digitalizzazione; Edoardo Albinati intervisterà Ronny Someck, considerato tra i più originali e sensibili poeti israeliani; Meir Shalev, intervistato da Simonetta Della Seta, racconterà in esclusiva il suo ultimo romanzo “È andata così”; Sergio Campailla e Benedetto Carucci ricorderanno la figura di Carlo Michelstaedter a 100 anni dalla morte; Daniel Vogelmann presenterà il suo libro di barzellette, mentre Enrico Vanzina racconterà dell’influenza dell’umorismo ebraico sul Cinema, e a moderare sarà Bruno Gambarotta; Alessandra Farkas incontrerà l’autrice americana Erica Jong sulla letteratura ebraica americana al femminile; lo scrittore e umorista inglese rivelazione letteraria degli ultimi anni, Howard Jacobson, sarà intervistato da Alessandro Piperno, in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo “Che cos’è l’amor”.

Ferrara ospita la prima Festa del Libro Ebraico in Italia

Da domani, sabato 17 aprile, fino a mercoledì 21 aprile, Ferrara ospita la prima Festa del libro ebraico in Italia, promossa dal Meis – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Provincia e del Comune di Ferrara e dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia. Sede principale della manifestazione e’ l’ex convento di San Paolo, dove sarà allestita la più grande libreria specializzata il libri di e sugli ebrei.
In questa prima edizione della Festa del libro ebraico in Italia si vuole trasmettere l’importanza di un Museo, che è ancora in fase di costruzione, ma che ha l’obiettivo di porsi come un laboratorio culturale dedicato allo studio delle religioni e delle culture presenti in Italia. La manifestazione, dedicata al rapporto speciale e millenario che gli ebrei hanno con i libri, sarà caratterizzata da molteplici iniziative: concerti, tavole rotonde con illustri partecipanti, incontri con decine di autori di opere di storia, tradizione, testimonianza ebraica, la più varia e la più internazionale. Ci saranno itinerari nella Ferrara ebraica cara a Giorgio Bassani, incontri nelle scuole e in una libreria, diversa dalle altre, che conserva millecinquecento titoli sull’ebraismo e sugli ebrei. Tutti i libri saranno a disposizione per essere acquistati dai visitatori. Ci sarà inoltre una Mostra del libro ebraico antico con volumi di pregio raramente esposti al pubblico.
Riccardo Calimani, tra i principali propugnatori della manifestazione ferrarese, ha dichiarato in un’intervista che le principali motivazioni che lo hanno spinto ad organizzarla sono state : “La voglia di creare uno spazio mentale costruttivo prima di uno spazio fisico. Realizzare un laboratorio culturale dinamico capace di precedere i lavori definitivi del museo con dibattiti, incontri, concerti. Come dire: superare la geometria fisica con le nostre idee, con la nostra mente, con le nostre domande”.
È possibile seguire le attività del Festival anche sui principali social network: Facebook, Twitter, YouTube, nonché sull’apposito blog.

Fiera del libro di Torino e mensile “Letture”: chi nasce e chi muore

La Fiera del libro di Torino, appena iniziata ed in corso fino al 18 maggio, e la rivista Letture, hanno due destini decisamente incrociati.  Il primo fattore accomunante è la regione Piemonte, sede di entrambe; il secondo è che si tratta di due realtà che hanno a che fare con il mondo dell’editoria. E il terzo fattore è purtroppo negativo in senso speculare, visto che la manifestazione torinese dedicata ai libri (con un’attenzione anche all’editoria religiosa, tra l’altro) ha appena preso il via mentre il mensile edito dalla San Paolo manda in stampa l’ultimo numero.

Il direttore Antonio Rizzolo, nell’editoriale di addio, parla pudicamente di “sospensione” delle pubblicazioni, ma l’aria è tutta quella del canto del cigno. Ed è un vero e proprio peccato, perché si tratta(va) di una gran bella rivista con una storia ormai pluridecennale.

<<La cultura in Italia  -scrive l’ormai ex direttore nell’editoriale di addio- difficilmente rende, dal punto di vista economico. Sono però convinto che in questi anni, e in tutta la sua storia, Letture ha sparso molti semi positivi, che hanno dato e daranno frutto. La sua scomparsa è una perdita per chiunque ama la cultura e desidera “leggere” quello che offre il panorama letterario, cinematografico, musicale>>.

E siccome bisogna pur chiudere con una nota di speranza, lo stesso don Rizzolo auspica che il presente non sia un addio, bensì un arrivederci, e che la rivista possa rivedere la luce “forse con un’altra impostazione, in un’altra forma”. Magari (è questo l’augurio di chi scrive) con l’ausilio del web.

Una Fiera del libro che viene, una rivista dedicata ai libri che va. Di cui restano comunque disponibili online gli archivi degli ultimi dieci anni, anche se è una ben magra consolazione.

“Letture”: un dossier per parlare dei libri delle fedi

“Letture”, la sempre interessante rivista della San Paolo dedicata al mondo dei libri, dedica il suo ultimo numero ad un argomento quanto mai stimolante: I libri, le fedi. Relativamente al tema principale della rivista, online sono disponibili due articoli. Prima di tutto l’editoriale di Sandra Mazzolini nel quale l’autrice si sofferma sulla necessità per ognuno di conoscere i testi sacri delle varie fedi. “Gli odierni flussi migratori afferma tra l’altro l’autrice- presentano caratteristiche peculiari, tra le quali non secondario è il fatto che molti dei migranti appartengono a tradizioni religiose differenti da quella cristiana. I medesimi spazi sociali (lavoro, scuola, condomini, ecc.) sono abitati da persone i cui mondi culturali e religiosi di riferimento sono assolutamente diversi. Non infrequentemente la diffusa ignoranza o non conoscenza di tali mondi ingenera indifferenza e ostilità, dalle quali è necessario sortire per più motivi”.

Segue quindi un articolo del biblista Mauro Meruzzi dedicato al testo sacro per ebrei e cristiani: quella Bibbia più citata che letta e per stimolarne la lettura vale quindi al pena riportare la conclusione dello scritto dell’autore: “La Bibbia insegna che non è possibile disgiungere Dio dall’uomo, e viceversa. Dio crea l’uomo a sua immagine in quanto comunione di maschile e femminile, chiamata a dominare la terra (cf Gn 1,26-28). L’uomo conosce se stesso nella misura in cui conosce Dio; e conosce Dio solo conoscendo l’uomo. Se l’uomo è immagine di Dio in quanto maschio e femmina, ciò significa che Dio si rivela come pluralità relazionale ordinata alla comunione. L’umano è l’unica via di comunicazione del divino, fino ad arrivare all’incarnazione di Cristo: «il Verbo/Parola si fece carne»”.

Editoria religiosa: un boom (anche per il fatturato) pure nelle editrici laiche

L’editoria religiosa tira. E non stiamo parlando, in questa sede, degli editori cattolici che si sono recentemente riuniti in un’apposita associazione per promuovere le proprie pubblicazioni. No, il caso stavolta è quello degli editori cosiddetti “laici” che, scoperto il filone dello spirito, dedicano allo stesso uno spazio sempre maggiore nelle proprie collane. La (almeno un tempo) laicissima Feltrinelli, ricava per esempio un 7% del proprio cospicuo fatturato dalla vendita di titoli dedicati alla spiritualità.

Questo ed altri interessanti dati emergono da un articolo di Panorama dedicato al fenomeno ed in cui i principali protagonisti del settore fanno il punto della situazione. “Abbiamo rilevato un interesse così crescente per il settore da ritenere utile orientare il pubblico con una collana in cui confluiscono i best-seller dei grandi guru occidentali e orientali, accanto a nuovi titoli”, afferma per esempio Emanuele Basile, direttore della collana “Spiritualità” della Mondadori. “Il deficit di spiritualità delle società contemporanee – gli fa eco Gabriella Caramore, che dirige la collana “Uomini e profeti” della Morcelliana, emanazione dell’omonima trasmissione– “spinge inevitabilmente verso una sete d’anima di pirandelliana memoria che può anche rischiare la moda passeggera, ma nella maggior parte dei casi è sincera ricerca di un proprio percorso formativo, faticoso, serio”. “Nella generale mancanza di nuovi scenari e nuove teorizzazioni” conclude Simone Pagliaga, portavoce della Raffaello Cortina “solo la religione resta depositaria di idee forti”.

Almeno nell’editoria, insomma, ateismo e laicismo no pasaran.

Martini e Messori: in libreria due successi annunciati (con polemiche annesse)

Non ci vuole davvero una grande fantasia per indovinare quali saranno due tra i due libri più venduti nel settore dell’editoria religiosa nel nostro Paese nei prossimi mesi. Arrivano infatti sugli scaffali delle librerie, quasi negli stessi giorni, due volumi molto diversi tra loro ma ambedue opera di due autori molto amati dal pubblico. Vittorio Messori e Carlo Maria Martini. Nel primo caso si tratta di un libro intervista curato dal vaticanista Andrea Tornielli in cui Messori racconta per la prima volta particolari inediti della sua conversione.

Il volume del cardinal Martini, invece, “Colloqui notturni a Gerusalemme”, è già uscito nei mesi scorsi in Germania provocando un nugolo di polemiche anche in Italia. Polemiche che, c’è da scommettere si rinfocoleranno ora in occasione dell’edizione italiana. In ogni caso, si tratta di due letture molto interessanti che sarà interessante mettere a confronto tra di loro. Non in contrapposizione, ma a confronto sì.

Ed ora, se è possibile scendere dai massimi sistemi ad una cosa molto più pragmatica, una domandina è d’obbligo. Ma perché il libro del cardinal Martini (il medesimo) costa in Germania 8,95 € e in Italia 16, 50 €? C’è in giro qualche esperto di editoria che sa rispondere?

“In viaggio con Lutero”: un itinerario sui luoghi della Riforma

È davvero interessante la pubblicazione da parte dell’editrice protestante Claudiana de In viaggio con Lutero, “una guida agile e riccamente illustrata- come si afferma- ai luoghi in cui visse e fu attivo il grande Riformatore tedesco”. Interessante, oltre che per la pregevolezza del volume, anche perché sembra riflettere una piccola (o grande, chissà) svolta nel pensiero Riformato. Il volume viene infatti pubblicato in concomitanza con l’inaugurazione della Lutherweg, la via di Lutero, appunto, un itinerario di 410 kilometri in 34 tappe che porterà il pellegrino (ops, lo abbiamo scritto) sulle tracce del Grande Tedesco. È proprio la definizione di pellegrinaggio che viene infatti contestata dai protestanti: “Non chiamatelo pellegrinaggio: Lutero certamente si rivolterebbe nella tomba!”, si affrettano infatti a dichiarare questi ultimi. Già, perchè “pellegrinaggio” è termine diventato ormai di uso comune nel cattolicesimo e non può essere usato quindi a cuor leggero nel mondo protestante. L’iniziativa della Lutherweg è comunque molto interessante comunque la si chiami. E del resto si sa: una rosa non perderebbe il suo profumo se si smettesse di chiamarla rosa.

“Viaggio fra i cristiani d’Oriente”: un viaggio sospeso tra cronaca e storia

Parigi, Libano, Siria, Turchia, Grecia. E infine Parigi. È davvero lungo il viaggio compiuto da Frédéric Pichon insieme alla moglie e ai due figlioletti. Lungo geograficamente, ma anche ma anche perché mette a confronto il lettore del suo bel reportage (Viaggio fra i cristiani d’Oriente, Lindau, Torino, 2008, pp. 224, € 19) con una realtà che è normalmente lontana dalle sue rappresentazioni abituali: quella dei cristiani che vivono in Paesi orientali a maggioranza islamica, appunto. Pichon, una laurea in lingua araba, un lungo periodo trascorso a Beirut ed un presente da ricercatore di Scienze religiose all’École Pratique des Hautes Études di Parigi e da docente di storia e geografia in un liceo parigino, ha inteso il suo viaggio quindi anzitutto come una testimonianza ed uno sfatamento di luoghi comuni. Lo stesso autore – viaggiatore si occupa, fin dalle prime pagine, di svelare il più pernicioso: “E’ curioso –afferma infatti Pichon- come alcuni cristiani occidentali e alcuni musulmani locali commettano lo stesso errore, così funesto per la sorte di questi cristiani, che consiste nel farne un residuo delle crociate, un corpo estraneo all’Oriente (…) Questi cristiani sono gli eredi dei primi abitanti della regione, prima della conquista araba e fino al X secolo hanno rappresentato la maggioranza”. Arabi, quindi, se così si può dire, più degli stessi musulmani con i quali convivono, ma cristiani, quindi minoranza, a volte accettata, a volte tollerata, spesso perseguitata, come le cronache irakene di questo periodo mostrano sin troppo spesso. Sotto gli occhi del lettore si snodano quindi le vicende dei siriaci e degli armeni di Turchia, dei maroniti del Libano, dei cristiani della Palestina e dei caldei dell’Iraq. Vicende narrate da Pichon con estrema partecipazione che però non fa mai aggio sull’obiettività dei fatti. Fatti che a volte riportano anche curiosità che da sole varrebbero la lettura del volume, come quella che riguarda Maaloula, cittadina siriana in cui i cristiani sono maggioranza ed i musulmani minoranza ed in cui gli altoparlanti dell’unica moschea cittadina diffondono il richiamo per la preghiera con un’intensità di decibel inversamente proporzionale alla diffusione della fede in Allah. Una serie di appendici arricchiscono il già prezioso volume: una panoramica delle Chiese orientali, uno scritto del principe saudita Talal Ben Abdel Aziz in cui si stigmatizza l’esodo dei cristiani dalle terre d’Oriente ed una bibliografia per chi voglia approfondire gli argomenti trattati. Un volume, quindi, continuamente sospeso a cavallo tra cronaca e storia di cui si sentiva la mancanza. Ora nessuno potrà più dire di non sapere.

Libri religiosi e domanda di senso: sentieri interrotti?

Cosa e quanto leggono gli italiani? Su queste domande si sofferma l’editoriale dell’ultimo numero della rivista Letture, edita dalla San Paolo. L’autore, Alberto Porro, Responsabile marketing e comunicazione della medesima editrice, dopo aver passato in rassegna gli sconsolanti dati della diffusione libraria nel nostro Paese (citando anche i dati di un’inchiesta cui facemmo riferimento tempo fa) passa a farsi una domanda davvero interessante: cosa si intende per “libro religioso”? Interessante la domanda, ma ancor di più la risposta che Porro si da: secondo lui, infatti, il significato del termine andrebbe ricercato “non tanto e non solo nella sua dimensione di servizio della comunità credente, per altro indispensabile, ma piuttosto e più profondamente al livello della sempre più diffusa domanda “religiosa”, una domanda che coniuga le grandi questioni della storia umana come l’amore, il male, il bene, la vita, il denaro, il potere, la religione, l’anima. L’anima, appunto. Visto da questa prospettiva il mercato dei libri cambia volto e mette in risalto i molti libri “religiosi-non-religiosi” che invece di lettori ne hanno moltissimi”. C’è, insomma, una diffusa domanda di senso e ricercare il senso di qualcosa è già compiere un cammino spirituale. Sarebbe tempo che anche l’editoria se ne accorgesse.