A Roma il Caravaggio torna nelle sue chiese

“Dialoghi con Caravaggio nelle sue chiese”. È l’iniziativa che l’Ufficio catechistico della diocesi di Roma promuove, da stasera 15 ottobre, in quattro chiese del centro storico per commemorare i 400 anni dalla morte di Michelangelo Merisi. Un evento pensato per i catechisti e gli educatori ma che si rivolge anche al grande pubblico.
L’obiettivo – spiega il direttore dell’Ufficio diocesano, mons. Andrea Lonardo – è “mostrare la vera novità espressiva di Caravaggio: in uno dei suoi quadri più famosi, ‘La Madonna dei Pellegrini’, il mondo divino della Vergine e del Bambino si offre ad un’umanità che ha i piedi sporchi, non ad una umanità idealizzata e irreale”.Il primo appuntamento è a San Luigi dei Francesi con “Le storie di San Matteo” (con Rossella Vodret, soprintendente per il Patrimonio storico e artistico e per il Polo museale della capitale). Il 22 ottobre, a Santa Maria del Popolo, con “La crocifissione di San Pietro e la conversione di San Paolo” (con Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, e Timothy Verdon, docente di storia dell’arte alla Stanford University e alla Facoltà teologica dell’Italia centrale). Il 29  a Sant’Agostino in Campo Marzio, con “La Madonna dei Pellegrini”. Ultimo appuntamento il 4 novembre, a Santa Maria in Vallicella, con “La deposizione”.
Un’altra interessante iniziativa dedicata a Caravaggio, prenderà il via il prossimo 30 ottobre a  Napoli: il videoartista Bill Viola installerà alcune sue opere mettendole in ideale confronto e dialogo con quelle del grande maestro lombardo.

Orvieto: per il Festival Arte e Fede è di scena Caravaggio

Da oggi (e fino al prossimo 13 giugno) è visitabile ad Orvieto la mostra “Caravaggio: l’urlo e la luce. Una storia in cinque stanze”, allestita nell’ambito del Festival Arte e Fede e di cui costituisce in un certo senso il fiore all’occhiello. Si tratta di un Festival organizzato nella cittadina umbra in concomitanza con la solennità del Corpus Domini e che in questi ultimi anni si è distinta per proposte originali ed interessanti.

Com’è il caso, appunto, della citata mostra che (prendendo a pretesto il tema del Festival di quest’anno: “Vocazioni e passioni”) riproduce, a grandi dimensioni e ad alta definizione digitale, 31 opere dipinte tra l’ultimo lustro del ‘500 e il primo decennio del ‘600.
Le opere verranno presentate non in sequenza cronologica, bensì tematica. Ne viene la possibilità di dare uno sguardo panoramico e sincronico sui capolavori di quegli anni di svolta epocale, nella forma di un racconto scandito in cinque capitoli; ovvero è come entrare in un ideale museo ove le 31 opere siano disposte in cinque stanze.
Il visitatore è invitato ad immedesimarsi in ciascuna scena e diventarne partecipe, perché in essa si mostra e accade il dramma dell’esistenza: l’urlo, ossia la problematicità del reale in cui tutto per natura precipiterebbe tragicamente nel nulla se non irrompesse la luce della Grazia a chiamare, convocare e ultimamente salvare. Il “cuore” della mostra sono le tre scene che narrano la vicenda di san Matteo in San Luigi dei Francesi a Roma, uno spettacolo teatrale in tre atti: Matteo chiamato (Vocazione), per un compito (scrivere il Vangelo) e per un destino di gloria (attraverso il martirio).

Oltre alla mostra relativa al Caravaggio, del Festival Arte e Fede è opportuno citare almeno altri due appuntamenti: un incontro su “La Speranza in Dante” che si terrà venerdì prossimo e lo spettacolo teatrale “Il giullare pellegrino”, che andrà in scena mercoledì 2 giugno.

“Il potere e la grazia”: i santi europei in mostra a Roma tra arte e politica

Dopo l’inaugurazione avvenuta ieri, apre oggi per il pubblico la grande mostra “Il potere e la grazia”. Ospitata a Roma, a Palazzo Venezia, e dedicata a far riflettere sull’incontro-scontro tra potere e religione, la rassegna ospita capolavori dell’arte di tutti i tempi: dalle “Stigmate di San Francesco” del van Eyck della Galleria Sabauda di Torino, al “Martirio di San Pietro” di Guercino dalla Galleria Estense, dalla “Santa Giovanna d’Arco” di Ingres al “San Luigi IX” di El Greco, entrambi dal Louvre, da “L’Imperatore Teodosio e Sant’Ambrogio alla Cattedrale di Milano” di van Dyck dalla National Gallery di Londra al “San Giorgio” del Mantegna o al “San Giovanni Battista” di Tiziano, entrambi in prestito dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal “San Giacomo vittorioso” di Tiepolo da Budapest all’”Immacolata Concezione” del Murillo dal Prado di Madrid.

Presentando la mostra, mons. Gianfranco Ravasi ha ricordato come l’Europa sia un ”arcipelago di culture”, le cui radici non sono solo nel cristianesimo ”ma anche nel diritto romano e nella filosofia greca”, il tutto, naturalmente, ”filtrato dalla cultura cristiana”. Facendo perno su citazioni di Goethe e Kanta,  ha poi spiegato che ”per studiare la cultura europea e’ assolutamente indispensabile avere quel grande codice di riferimento costituito dalla Bibbia e dalla cultura cristiana, e non a caso Chagall diceva che per secoli i pittori avevano intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato che era la Bibbia”.

La mostra resterà aperta fino al prossimo 10 gennaio. Qui un breve servizio su alcune delle opere esposte.

Illegio: nei monti della Carnia una mostra sui Vangeli apocrifi

Gli apocrifi, vale a dire quegli scritti, specialmente appartenenti al genere letterario dei vangeli, che non sono stati inseriti nel canone ufficiale delle scritture cristiane, hanno sempre destato la curiosità di molti. Particolarmente interessante è l’influsso che questi scritti hanno esercitato sull’arte, come dimostra una rassegna appena aperta e che è possibile visitare fino all’ottobre prossimo.

Apocrifi – memorie e leggende oltre i Vangeli, questo il nome della rassegna, è stata allestita ad Illegio, un piccolo borgo della Carnia che, pur essendo difficilmente identificabile persino sulla carta geografica, grazie alla passione del suo parroco, don Angelo Zanello, è diventato da alcuni anni un appuntamento imprescindibile per gli appassionati del genere. La mostra di quest’anno segue quella del 2007, “L’Apocalisse. L’ultima rivelazione”, e ”Genesi. Il mistero delle origini”, dell’anno passato e presenta un’ottantina di opere, da Bruegel il Giovane al Guercino, da Albrecht Duerer a Pomponio Amalteo, giunte ad Illegio dai Musei Vaticani, dagli Uffizi di Firenze, dalla Gallerie Borghese di Roma e Tretyakov di Mosca, dai Musei Reali di Arte e Storia di Bruxelles.

“Con la selezione delle opere, spiega il curatore, un altro sacerdote, don Alessio Geretti, abbiamo cercato di documentare tutti gli episodi più significativi descritti negli Apocrifi. Per gli artisti di ogni epoca questi testi hanno rappresentato una fonte di ispirazione straordinaria poiché implicano un fortissimo valore simbolico di rappresentazione della religiosità. Non a caso anche il ciclo di affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova illustra episodi tratti dagli Apocrifi. Oggi quel significato simbolico è meno conosciuto: proprio grazie alla mostra di Illegio vogliamo riproporlo ai nostri contemporanei”.

La mostra ha anche un “ospite d’onore”: lo splendido Riposo dalla fuga in Egitto di Caravaggio, proveniente dalla Galleria Doria Pamphilj di Roma, di cui sarà svelato in pieno per la prima volta un piccolo mistero: lo spartito musicale che san Giuseppe tiene in mano e’ un mottetto composto dal fiammingo Noël Bauldewijn nel 1519, dedicato alla Vergine Maria.