Come esprimere e proporre adeguatamente la fede in un mondo in cui dominano i media?
All’interrogativo cerca di dare una risposta John Flynn in un articolo apparso sull’agenzia Zenit. Partendo dall’assunto che troppo spesso i media sono inadeguati a parlare di temi religiosi, Flynn delinea alcune possibili risposte tratte soprattutto dal mondo evangelico (ma sarebbe forse meglio dire evangeli cale) americano ma applicabili a qualsiasi religione che voglia approcciarsi in modo adeguato ai media.
Basilare “è il fatto che l’atteggiamento del pubblico è molto cambiato. In passato, i rappresentanti delle Chiese e gli operatori cristiani rispondevano alle richieste del loro pubblico e sapevano che il pubblico avrebbe ascoltato. Per contro, oggi è il pubblico che domanda e la sfida è di fare in modo che ascolti e risponda”. Interessante è il constatare come i concetti basilari del Web 2.0 abbiamo plasmato la mentalità dei più: “La generazione precedente era contenta di poter ascoltare le ultime omelie, ma quelli del Millennio vogliono prendere parte al dialogo e vogliono poter rispondere, altrimenti non sono interessati”.
Tra le raccomandazioni contenute nello scritto, quella di dare più potere alle immagini e il non dare valore esclusivamente ai messaggi negativi. Infine, dare senso: “Ciò che dobbiamo fare è mostrare alla cultura che non siamo contro di loro, che abbiamo una storia interessante e che questa può cambiare la loro situazione”.
Sfide difficili, ma non per questo (anzi, proprio per questo) appassionanti.
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