Al via una settimana dedicata alla comunicazione con Caserta capitale

Da domenica 9 maggio, per poi proseguire per  tutta la settimana, prendono il via gli eventi legati alla Settimana della Comunicazione, che culmineranno con la celebrazione, domenica 16 maggio, con la Giornata delle Comunicazioni Sociali.

Il messaggio per la Giornata 2010 guarda ai sacerdoti e alle potenzialità pastorali dei media. In esso i sacerdoti sono incoraggiati ad affrontare «le sfide che nascono dalla nuova cultura digitale». Se conosciuti e valorizzati adeguatamente i mezzi di comunicazione sociale «possono offrire ai sacerdoti e a tutti gli operatori pastorali una ricchezza di dati e di contenuti che prima erano di difficile accesso, e facilitano forme di collaborazione e di crescita di comunione impensabili nel passato». Grazie ai nuovi media -spiega una nota ufficiale del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali- «chi predica e fa conoscere il Verbo della vita può raggiungere con parole, suoni e immagini -vera e specifica grammatica espressiva della cultura digitale- persino singole e intere comunità in ogni continente, per creare nuovi spazi di conoscenza e di dialogo giungendo a proporre e realizzare itinerari di comunione».

Cuore delle celebrazioni di quest’anno sarà la diocesi di Caserta, dove è stato organizzato l’annuale Festival della Comunicazione sociale. ”Non ci ha colti impreparati il tema e il messaggio di quest’anno, che è in sintonia con l’Anno Sacerdotale e mette in risalto la figura del sacerdote inserito in un’azione pastorale che tenga conto del mondo digitale – ha spiegato don Roberto Ponti, presidente del Centro Culturale San Paolo, organizzatore della Settimana insieme con la Società San Paolo, le Figlie di San Paolo e la diocesi campana e che vedrà dispiegare durante i sette giorni sessanta eventi e circa un centinaio di ospiti.

“Testimoni digitali”: domani al via il convegno su Chiesa e Web

Prenderà il via domani a Roma ”Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell’era crossmediale’‘, importante convegno promosso dalla Commissione per la Cultura e le comunicazioni sociali della Cei e che si concluderà con l’udienza concessa da papa Benedetto XVI alle migliaia di partecipanti.

Mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, presentando i lavori ha affermato che ”è importante entrare in questo nuovo ambiente mediatico digitale ed e’ auspicabile la crescita dell’utilizzo di tali mezzi. Tuttavia – ha precisato – la sfida e’ nella crescita della responsabilità, nella capacità di discernimento, di giudizio e di decisione nell’abitare questo spazio. Ciò vale per tutti, e in special modo per i preti, perché ha a che fare con l’autoeducazione e la responsabilità educativa. E’ necessario educarsi sempre di più per aiutare ad abitare questo mondo in modo responsabile e costruttivo e per umanizzarlo”.

Nel corso della tre giorni sono in programma interventi di numerosi personaggi di spicco nazionale e internazionale del mondo della comunicazione e del giornalismo. Giovedì 22 aprile, tra gli altri, interverranno Nicholas Negroponte, fondatore e direttore dei Media Lab del Mit, e, in una tavola rotonda su “Media, linguaggi e crossmedialità”, Mario Calabresi, direttore de La Stampa, Ruggero Eugeni, massmediologo dell’Università Cattolica di Milano, e Paolo Peverini, semiologo dell’Università Luiss. Venerdì 23 aprile, si parlerà di umanesimo nella cultura digitale e delle relazioni comunicative ed affettive dei giovani nello scenario online. La giornata si concluderà con due tavole rotonde. La prima su “I profili della generazione digitale” e la seconda su “La fede nella Rete delle relazioni: comunione e connessione”. Sabato 24 aprile, infine, vedrà gli interventi di Padre Federico Lombardi, direttore sala stampa vaticana, Radio Vaticana e Centro Televisivo Vaticano, Lorenza Lei, vicedirettore generale Rai, e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. Il convegno si concluderà, quindi, come detto con l’udienza del Santo Padre.

Ovviamente sarà anche possibile seguire i lavori online sul sito del convegno.

I blog e la religione: lo stato dell’arte e le prospettive future in uno studio americano

“The New Landscape of the Religion Blogosphere” (“Il nuovo panorama della blogosfera religiosa”) è il titolo di un corposo rapporto pubblicato dall’americana Social Science Research Council. Lo studio (interamente scaricabile da qui in pdf) è diviso in quattro parti, oltre a due appendici, ed offre un’ampia ed esaustiva disanima del ruolo sempre più importante svolto dai blog nel plasmare le dinamiche contemporanee della religione, sia nel mondo accademico che nella vita personale.

“I blog hanno dato il via –affermano gli autori della ricerca- a tutta una serie di nuove conversazioni sul ruolo della religione nella vita pubblica. Internet offre l’opportunità per abbattere vecchie barriere e generare nuove comunità”. Lo studio prende in esame circa cento dei più influenti blog americani che contribuiscono ad alimentare la discussione in materia di religione collocandoli all’interno della blogosfera nel suo complesso, ne delinea i contorni e da anche voce agli stessi blogger. Il rapporto parla  ovviamente anche di cattolicesimo, affermando che “in incontri di alto livello in Vaticano, si è discusso di come il blogging stia cambiando la conversazione riguardante il cattolicesimo e si è persino suggerita l’idea di pubblicare delle linee guida per i blogger cattolici” (intendimenti, sia detto tra parentesi, cui non è stato ancora dato corso).

Come detto, il rapporto è suddiviso in quattro parti: la prima soddisfa le curiosità dei neofiti della materia esponendo in maniera piana cosa è e cosa rappresenta l’attività di blogging; coloro che sono già un po’ addentro alla materia possono passare direttamente alla seconda parte, che contiene approfondite analisi di blogging accademico; la terza e quarta parte del rapporto sono infine dedicate allo stato dell’arte del blogging religioso e alle sue prospettive future.

Davvero uno studio molto accurato di cui viene da invocare una versione che riguardi la blogosfera nostrana.

Al via tre nuove interessanti iniziative sul Web: le segnalazioni

La circostanza è certamente  casuale, ma a distanza di poco tempo dall’esortazione papale ad una maggiore e più proficua presenza sul Web di cui parlavamo nel post precedente, sono nate alcune iniziative di cui vale la pena dar conto.

La prima è locale, essendo sorta nella diocesi di Crema, ma i contenuti del sito promettono di essere interessanti anche per chi opera fuori dalla diocesi lombarda. A occhi aperti (questo il nome dell’iniziativa) intende essere –secondo quanto dichiarato da Christian Albini, uno dei promotori dell’iniziativa- “uno spazio libero di espressione e di confronto ecclesiale, ma anche di dialogo con chi non appartiene al mondo cattolico”.

Altro sito che ha appena preso il via è Testimoni digitali, che si propone come supporto all’omonimo convegno che si terrà a Roma nel prossimo mese di aprile. Il sito permetterà tra l’altro di conoscere e seguire in maniera approfondita e aggiornata i lavori convegnistici nei luoghi indicati nell’apposito programma, oltre che a raccogliere materiali, interventi e riflessioni attorno al tema affrontato.

L’ultimo sito da segnalare vede la luce proprio oggi e la data non è stata scelta a caso. Era il 25 gennaio 1959, infatti, quando veniva data notizia dell’indizione del Concilio Vaticano II e proprio Viva il Concilio è il nome dato al nuovo sito, promosso da vari teologi (Giacomo Canobbio, Piero Coda, Severino Dianich, Massimo Nardello, Gilles Routhier, Marco Vergottini) con il Card. Carlo Maria Martini, il Card. Roberto Tucci e Mons. Luigi Bettazzi.  Riguardo al nome, apparentemente sbarazzino, lo stesso Vergottini spiega: «Fin dall’inizio abbiamo pensato che si doveva optare per una formulazione fresca e un  po’ intrigante, proprio per corrispondere al linguaggio del web. Il  nome del sito può apparire a prima vista un pò audace e gagliardo.  Tuttavia, nell’homepage spiegheremo che quel ‘viva’ è un’espressione  di ringraziamento, una memoria da onorare e una scommessa promettente per l’oggi e per il futuro della nostra Chiesa».

Auguri quindi a tutte queste iniziative che personalmente seguiremo con interesse e partecipazione.

Update: è online da oggi anche il sito di Vito Mancuso (che tra l’altro è già ricco di materiale). Tanti auguri anche a lui.

Il Papa: via libera ai cyber-preti nella nuova era digitale

Con un giorno di anticipo, è stato diffuso il messaggio papale per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in programma per il prossimo mese di maggio. “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”: questo il titolo e il tema del messaggio che si contraddistingue per un’apertura di credito nei confronto dei nuovi media che era forse finora mancata.

“Con la loro diffusione – scrive Benedetto XVI – la responsabilità dell’annuncio non solo aumenta, ma si fa più impellente e reclama un impegno più motivato ed efficace. Al riguardo, il Sacerdote viene a trovarsi come all’inizio di una ’storia nuova’, perché, quanto più le moderne tecnologie creeranno relazioni sempre più intense e il mondo digitale amplierà i suoi confini, tanto più egli sarà chiamato a occuparsene pastoralmente, moltiplicando il proprio impegno, per porre i media al servizio della Parola”. Tra i nuovi media il Papa cita in particolare video, animazioni, blog e siti Web, attraverso i quali “il sacerdote potrà far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo, coniugando l’uso opportuno e competente di tali strumenti, acquisito anche nel periodo di formazione, con una solida preparazione teologica e una spiccata spiritualità sacerdotale”.  Interessante anche il passo in cui si parla dei cosiddetti “lontani”: “Una pastorale nel mondo digitale è chiamata a tener conto anche di quanti non credono -scrive infatti Benedetto XVI- sono sfiduciati e hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche, dal momento che i nuovi mezzi consentono di entrare in contatto con credenti di ogni religione, con non credenti e persone di ogni cultura”.

Insomma, per una volta tanto il Web viene promosso “senza se e senza ma”, anche se per arrivarci ci è voluto del tempo.

Chiesadimilano.it: è online la nuova versione del sito della diocesi ambrosiana

Sabato 24 gennaio (giornata scelta non a caso, ma perché è la stessa in cui viene festeggiato S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti ed in cui viene presentato il messaggio papale per la Giornata delle comunicazioni sociali) è stata messa online la nuova versione del portale della diocesi di Milano, chiesadimilano.it. Oltre cinque milioni di abitanti spalmati su oltre 1100 parrocchie servite da circa 2000 sacerdoti, quella ambrosiana è una delle diocesi più grandi del mondo ed ha sempre dedicato grandi sforzi al settore informativo, in specie quello internettiano.

Il sito, diretto da Claudio Mazza e aggiornato due volte al giorno da una redazione di sette giornalisti, “è rinnovato sia sotto il profilo grafico che di contenuto – spiega il direttore – con una valorizzazione della parte informativa su quella istituzionale”.

“La home page – spiega ancora Mazza – cambia e diventa una sorta di vetrina in cui si vede sia la parte istituzionale che quella informativa“. Il nuovo sito può contare anche sull’ottima resa di quello precedente che ha raggiunto un milione e duecentomila contatti mensili con oltre settanta giga di materiale scaricato. A disposizione degli utenti, con il nuovo portale, ci saranno centosessantamila foto, trentamilamila immagini in archivio storico, milleduecento video e cinquantamilamila pagine scaricabili. “Era bello quello di prima ma quello di adesso è più bello”.

Davvero difficile dar torto al direttore, al quale non rimane che fare i complimenti per il lavoro svolto invitando al contempo gli internauti a “perdersi” tra le ricchissime pagine del sito.

Don Giorgio De Capitani: dalla Lombardia un vero e proprio Don 2.0

Caspita, chi ha detto che il Web sia un mondo dove solo i gggiovani sanno trovare il loro modo di esprimersi? Don Giorgio De Capitani, che di diritto appartiene alla cosiddetta “terza età” è la dimostrazione vivente che così non è. Basta fare un giretto sul suo sito per rendersene conto. Diviso in sette sezioni principali, oltre alla home page (tutto campo, interventi, omelie, politica, ecumenismo e religione) il sito del combattivo sacerdote lombardo –settant’anni ben portati- non si davvero mancare proprio nulla. Ecco quindi la web tv, l’apposito canale You Tube, lo spazio per i sondaggi, le news e addirittura un libro da scaricare gratuitamente in pdf. Insomma, si potrà essere non sempre d’accordo con quello che dice (anche perché don Giorgio è un tipo dalle opinioni nette e poco amante delle mediazioni) ma non c’è dubbio che si tratti di un vero e proprio Don 2.0.

Rete sì o no? Ecclesiastici a confronto

Fare paragoni è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo. Va beh, la battuta è quella che è, ma mi è venuta spontanea e non ho saputo rinunciarci. Però, a volte, fare paragoni è davvero istruttivo. Come spiegare, per esempio, la diversità di vedute tra due ecclesiastici riguardo alla Rete? Gli stessi sono il vescovo di Trento, Luigi Bressan, ed il gesuita Antonio Spadaro. Il primo ha parlato di Internet al cimitero (non è uno scherzo) nel giorno dei Santi affermando che «Abbiamo un tempo limitato per realizzare la nostra esistenza e non possiamo lasciarci illudere da una cultura del virtuale, dove tutto può essere modificato, distrutto, ma anche fatto tornare in vita. Esso è fittizio e non è reale». Ben altra aria si respira in un articolo di Spadaro (autore tra l’altro di un pregiato saggio sulla Rete) pubblicato su Civiltà Cattolica. Purtroppo non è online ma se ne può leggere una bella recensione su blog.mytech.it. “Sarebbe ingenuo pensare –afferma tra l’altro Spadaro- che la Rete sia necessariamente un luogo di spersonalizzazione. La Rete è un ambiente che, nonostante tutti i rischi di alienazioni, permette di sperimentare nuove forme di contatto, di relazione e di espressione personale”. Come spiegare questa differenza di vedute? Forse anche con il fatto che Spadaro sa di cosa parla mentre Bressan parla per sentito dire? Chissà, fatto sta che è una diversità che fa pensare.