Si celebra oggi la nona giornata del dialogo cristiano – islamico

“Amare la Terra e tutti gli esseri viventi!”: è questo il tema della nona Giornata ecumenica del Dialogo cristiano-islamico che si celebra oggi in tutta Italia con eventi, tavole rotonde e incontri. La giornata nasce da una proposta che fece alcuni anni fa Giovanni Paolo II, di celebrare, anche nel mondo cristiano, un giorno di digiuno, in seguito ai fatti dell’11 settembre.

Oggi la Giornata è un’iniziativa che nasce dal “basso” ed è sostenuta da membri di varie chiese d’Italia (ecco perché si definisce ecumenica), teologi, parrocchie, riviste, scuole, religiosi, gruppi missionari. Come ogni anno, la Giornata è accompagnata da un messaggio. “Forze politiche miopi che agitano la paura del diverso e di ciò che non si conosce e che per aumentare questa paura mistificano la realtà con l’uso di menzogne sempre più spudorate – si legge nel messaggio -, vorrebbero che cristiani e musulmani continuassero a fare guerre fra loro”. “Crediamo invece sia necessario che cristiani e musulmani, insieme a tutte le altre religioni, assumano posizioni e comportamenti all’altezza dei tempi che viviamo e delle sfide che ci pongono i nemici dell’umanità e della sua riconciliazione con l’unico Dio che insieme adoriamo”.

Tra i vari incontri che si terranno nella giornata odierna, vale la pena di segnalare quello in programma presso la Camera dei deputati e promosso dal mensile Confronti e dall’Agenzia stampa Nev dal titolo “Il fattore religioso nell’integrazione sociale”.

L’ONU chiede di istituire una settimana dedicata al dialogo tra le religioni



Sono talmente tante le risoluzioni approvate dall’ONU che la maggior parte di esse passa per lo più sotto silenzio e neppure le cronache ne danno notizia. Tale è stato anche il destino di una risoluzione approvata nei giorni scorsi e che, per il suo argomento, avrebbe meritato un approfondimento maggiore. Nella stessa, infatti, si sollecitano gli Stati membri ad istituire nella prima settimana di febbraio di ogni anno una World Interfaith Harmony Week, una sorta di settimana dedicata al dialogo, alla collaborazione e alla conoscenza  tra le religioni.

Dietro l’iniziativa sembra esserci il gruppo A Common Word, che stese la lettera firmata da 138 personalità musulmane (successivamente diventate 271) di oltre 40 Paesi sul tema del dialogo con il mondo cristiano. Ad illustrare la risoluzione è stato Ghazi bin Muhammad bin Talal, cugino del re di Giordania, che di A Common Word è coordinatore, e che fu colui che accompagnò Papa Benedetto XVI nel corso della sua visita presso la moschea Al-Hussein Bin Tala di Amman, nel corso del viaggio papale in Terra Santa dello scorso anno. “Il nostro mondo è pieno di tensioni religiose e purtroppo di diffidenze, tensioni e odio -ha detto tra l’altro bin Talal-. Un uso improprio o un abuso delle religioni potrebbe quindi essere causa di un conflitto a livello mondiale”.

L’idea alla base della risoluzione è quindi quella di offrire una data comune ai gruppi interconfessionali che in tutto il mondo operano per il dialogo tra le religioni. Ora non resta che attendere il prossimo febbraio per vedere se qualcosa verrà organizzato in tal senso o se la risoluzione dell’ONU resterà lettera morta come tante che l’hanno preceduta.

I film delle fedi a concorso in Svizzera con il Prix Farel

Si terrà come sempre a Neuchâtel, in Svizzera, la 23° edizione del “Prix Farel”, festival internazionale del film a tematica religiosa. Nato come premio per la migliore trasmissione religiosa protestante della Svizzera francese – da qui il nome del premio dedicato a Guglielmo Farel (1489-1565), riformatore svizzero – ben presto è diventato il premio per tutte le rubriche religiose della Televisione della Svizzera romanda (TSR) e successivamente per tutte le trasmissioni di cultura religiosa del bacino latino d’Europa, protestanti, cattoliche ed ortodosse. Da allora la giuria è rigorosamente ecumenica ed internazionale.

In concorso, dal 15 al 17 ottobre, saranno decine di film, tra documentari e fiction, prodotti e realizzati dalle televisioni europee di lingua latina. Per tre giorni, centinaia di registi e produttori di trasmissioni a carattere religioso, rappresentanti di chiese ed esponenti di televisioni pubbliche e private si confronteranno su come le televisioni europee affrontano le tematiche religiose ed etiche, su come parlano delle diverse fedi, della convivenza religiosa in Europa e dell’impegno sociale dei cristiani in varie parti del mondo.

Sempre a proposito di programmi a sfondo religioso nelle reti televisive, non si può non citare la serie “God in America”, che prenderà il via il prossimo 11 ottobre sull’americana PBS (la rete televisiva pubblica) e che sarà dedicato all’influsso della religione sulla vita pubblica statunitense.

A Barcellona il XXVI Incontro internazionale di preghiera per la pace

Si svolgerà dal 3 al 5 ottobre a Barcellona il XXVI Incontro Internazionale di Preghiera per la Pace. Promossa dalla Comunitá di Sant’Egidio in collaborazione con l’arcidiocesi catalana, è l’occasione per  tre giorni di conferenze, dibattiti e tavole rotonde sui temi della concordia tra i popoli, del dialogo interreligioso,  della ricerca di risposte per uscire da un decennio segnato prima dal terrorismo e poi dalla crisi economica internazionale.
Il tema dell’Incontro è “Vivere insieme in un tempo di crisi. Famiglia di popoli, famiglia di Dio”. “L’incontro – ha detto il card. Lluís Martínez Sistach, arcivescovo di Barcellona – è uno degli avvenimenti religiosi di grande importanza” per la città quest’anno, insieme, ovviamente, alla visita di Benedetto XVI per consacrare il tempio della Sagrada Familia il 7 novembre. L’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, ha sottolineato il porporato, è “un incontro sincero, nel rispetto dell’identità specifica di ciascuna religione”, nel quale tutti insieme, però, chiedono “a Dio il dono della pace”. L’obiettivo dell’incontro, ha aggiunto il cardinale, “consiste nel promuovere il perdono e la riconciliazione, e nel lottare contro la violenza, il razzismo, il totalitarismo e l’estremismo che deturpano l’immagine di Dio nell’uomo”.
Significative saranno le presenze ecumeniche, dal Patriarcato di Mosca al Consiglio ecumenico delle Chiese, con presenze ai vertici della Federazione luterana mondiale e del Consiglio metodista mondiale. Molte le presenze ebraiche e musulmane (da 16 paesi) e dalle grandi religioni asiatiche.
Questo il programma dei tre giorni di lavori, che saranno visibili interamente online.

“Molte fedi sotto lo stesso cielo”: a Bergamo le religioni a confronto

Il prossimo 18 settembre prenderà il via la terza edizione  de “Molte fedi sotto lo stesso cielo. Per una convivialità delle differenze”, promossa dalle Acli di Bergamo con il patrocinio del Comune in collaborazione con numerose associazioni del territorio.  La manifestazione prevede letture di testi religiosi, spettacoli teatrali, appuntamenti musicali, serate culturali, itinerari a piedi e pranzi etnici. Lo scopo è approfondire il cristianesimo e avvicinarsi alle altre fedi, e alle altre culture, evitando “i ricorrenti pregiudizi e facilistici pressapochismi; e dall’altro, a educarci pazientemente al dialogo e al confronto interculturale e interreligioso”, come scrivono le Acli bergamasche nel libretto che accompagna la manifestazione. “È sempre più evidente – osservano ancora le Acli – che per capire la realtà nella quale siamo immersi non possiamo fare a meno di conoscere l’alfabeto delle religioni, mentre le inchieste specializzate confermano invece, purtroppo, il generale stato di ignoranza in tale campo dei nostri connazionali e per comprendere tanta parte della situazione geopolitica attuale, appare necessario essere consapevoli della storia e delle dinamiche interne delle compagini religiose”.
Il progetto, nato nel 2008 con le sezioni “Dialoghi”, “Musica”, “Arte” e “Cammini dello Spirito”, si è arricchita nel 2010 con le “Meditatio”, “Liturgie”, il “Cinema”, “Teatro” e il “Cibo dello Spirito”. Il programma, dunque, prevede non solo incontri e dialoghi di alto profilo ma anche, in parallelo, percorsi di carattere storico-artistico,ascolto di musiche, presentazioni di spettacoli, proiezioni cinematografiche, percorsi a piedi, momenti di convivialità e di condivisione gastronomica.

“Chiese strumento di pace?”: i cristiani italiani a convegno oggi a Milano

Dal 17 al 25 Maggio 2011 si svolgerà a Kingston, in Jamaica, una nuova Convocazione ecumenica internazionale indetta dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, la seconda nella storia del movimento ecumenico, dedicata al tema della pace e intitolata “Gloria a Dio e pace sulla terra”. La Convocazione è una nuova e importante tappa del cammino di comunione e di reciproco impegno delle Chiese su “Pace – Giustizia – Salvaguardia del Creato” nato a metà anni 80 e verrà preceduta da svariati incontri preparatori.

Uno di questi, dal titolo: “Chiese strumento di pace?” si svolge oggi a Milano, presso l’auditorium della Corsia dei Servi, è promosso da Federazione delle Chiese evangeliche italiane, Sae, Centro ecumenico europeo per la pace, Pax Christi, Beati i costruttori di pace, Cipax, Movimento internazionale per la riconciliazione e altre istituzioni cattoliche, in collaborazione con Confronti, Riforma, Mosaico di pace e Cem mondialità. In programma anche una tavola rotonda con Brunetto Salvarani, Paolo Ricca, Serena Noceti ed Evangelos Ylantidis. Il convegno si tiene in concomitanza con la Conferenza internazionale di Edimburgo, che celebra il centenario dello storico evento che iniziò il movimento ecumenico mondiale. “Il nostro mondo è profondamente ferito dalle guerre, ma anche dalla distruzione della natura e dalla rapina delle risorse naturali, beni comuni dell’umanità intera. Imparare a vivere in pace tra i popoli e con il pianeta è oggi una delle urgenze che attraversano la fede cristiana”, dicono i promotori.

I lavori prenderanno spunto da una citazione del 1934 del pastore evangelico Dietrich Bonhoeffer che sognava una resistenza non violenta che avesse come protagoniste le chiese: “I popoli siano lieti per questa Chiesa di Cristo che toglie di mano ai propri figli le armi in nome di Cristo, impedisce loro la guerra e invoca la pace di Cristo sul mondo impazzito”.

OyOyOy!: al via la quinta edizione del Festival Internazionale di cultura ebraica

A Casale Monferrato sta per entrare nel vivo OyOyOy! Festival internazionale di cultura ebraica, giunto quest’anno alla quinta edizione. Il ciclo di manifestazioni, che prende il nome da un tipico intercalare della tradizione yiddish per indicare qualcosa che desta stupore, è stato presentato ufficialmente lo scorso fine settimana e quest’anno raddoppia dividendosi in due parti: la prima si svolge come è ormai tradizione a maggio per quattro settimane, con un lancio a Casale in contemporanea con la manifestazione “Riso & Rose” e a Vercelli; la seconda ad ottobre, con una parte che sarà più incentrata sui ragazzi.

Come è stato sottolineato dagli organizzatori, in questi cinque anni in tutte le comunità ebraiche italiane c’è stata una rivitalizzazione culturale è un’uscita dal ghetto della Giornata della Memoria. E questo anche grazie all’impegno di associazioni culturali laiche ma sensibili al messaggio culturale dell’ebraismo. Scopo finale di OyOyOy! È quello di costruire un ponte (in ebraico ghescer) tra culture e identità differenti. Un’opera costruita grazie al confronto con personalità di spicco della filosofia, letteratura, scienza e arte, appartenenti anche a confessioni e aree di pensiero differenti. Dove il valore aggiunto della cultura ebraica è soprattutto dato dal dialogo, dalla importanza della parola come strumento per avvicinarsi alle cose e alle persone, indipendentemente da quanto possano essere distanti le posizioni di partenza.

Nell’edizione 2010 del Festival saranno presenti tra l’altro Giora Feidman, Jonathan Kashanian, Moreno Gentili, Alberto Cavaglion, Daniele Segre e altre decine di personaggi rappresentativi del mondo dell’arte e della letteratura. Il Festival a Casale Monferrato prende vita ufficialmente nel fine settimana che va da venerdì 7 Maggio a domenica 9 Maggio con l’inaugurazione di 4 mostre d’arte collegate tra di loro che coinvolgeranno 4 differenti spazi espositivi della città e che esplorano l’interpretazione dell’ebraismo di 3 autori diversi: Marc Chagall, Aldo Mondino ed Emanuele Luzzati. Ogni inaugurazione delle mostre sarà accompagnata da un aperitivo di ispirazione ebraico-monferrina  e per tutta la rassegna il Castello ospiterà “Un ponte di libri: assaggi culturali tra mondi”, una selezione di libri per sviluppare il dialogo tra culture diverse. La prima parte del Festival si concluderà il 28 maggio con l’ultimo appuntamento della rassegna cinematografica di Alessandria.

Qui il programma in pdf dell’intero ciclo di manifestazioni.

A piedi sulle orme di Lutero e a cavallo sulle tracce di Padre Pio

Anche lo sport può aiutare il dialogo tra religioni e confessioni diverse: questo devono aver pensato gli ideatori e gli organizzatori di due originali manifestazioni, la prima delle quali partita da poco tempo mentre la seconda è prevista per il prossimo 28 aprile.

Nel primo caso si tratta di “Von Luther Zum Papst” (“Da Lutero al Papa”): venticinque corridori di cinque diverse nazioni (Germania, Polonia, Italia, Stati Uniti e Kenya) sono partiti da Lutherstadt Wittenberg, in Germania, per raggiungere la Città del Vaticano. La distanza, circa duemila chilometri, sarà coperta in 15 tappe. Al loro arrivo a Roma il 21 aprile, i partecipanti saranno ricevuti da Papa Benedetto XVI. L’idea alla base di questa maratona è di ripercorrere, a distanza di cinquecento anni, il cammino verso Roma di Martin Lutero sostituendo le divisioni e rotture, seguite al primo viaggio, con l’armonia e la volontà di riunire uomini di razza e religioni diverse nello stesso percorso quest’oggi. La staffetta ha anche uno scopo benefico: grazie alla partecipazione di due maratoneti del Kenya, infatti,  verranno raccolti fondi per aiutare le vittime dei conflitti civili in Kenya.

Nel caso della seconda manifestazione si tratta invece del Primo itinerario religioso a cavallo Pietrelcina – San Giovanni Rotondo: cinque giorni di trekking a cavallo o in bicicletta sui luoghi legati alla presenza e alla vita di Padre Pio.

Ecumenismo: reso noto un vademecum per i rapporti tra cattolici e ortodossi

Si conclude oggi ad Ancona il convegno nazionale dei delegati diocesani per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Appuntamento che ha avuto quest’anno un tema in linea con quanto notavamo nel post precedente, cioè il fatto che la maggioranza degli immigrati in Italia professa la religione cristiana, in particolare quello di tradizione ortodossa. “L’ortodossia in Italia. Nuove sfide pastorali, nuovi incontri spirituali”: questo è stato quindi il tema su cui i delegati si sono confrontati per tre giorni stimolati anche dalla riflessione proposta dal card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano. Se si osserva la situazione attuale, ha sottolineato il cardinale, “constatiamo che la Chiesa continua ad essere segnata dalle divisioni che si sono prodotte nel corso dei secoli” tanto che “permane ed è sempre più urgente il compito di rendere testimonianza alla fede cristiana”. Una “testimonianza comune dei cristiani al Vangelo”, ha precisato il card. Tettamanzi, “oggi particolarmente urgente, in un contesto sempre più segnato dal pluralismo di religioni e di culture” che interpella “non le singole confessioni cristiane, ma il cristianesimo in quanto tale” chiedendo una risposta “il più possibile unitaria e corale”.

In concomitanza con i lavori del convegno è stato reso noto un vademecum “per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici”, cioè verso gli ortodossi presenti in Italia. Il testo, redatto dall’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo diretto da don Gino Battaglia e per i problemi giuridici guidato da mons. Adolfo Zambon, è destinato prevalentemente ai parroci, agli operatori pastorali e ai responsabili delle istituzioni educative cattoliche e organizza tutta la disciplina vigente nella Chiesa cattolica sui “corretti rapporti” con i fedeli appartenenti alle diverse Chiese ortodosse. Il testo fa il punto su alcune indicazioni relative per esempio ai sacramenti, ai matrimoni misti e all’ammissione dei fedeli alla piena comunione nella Chiesa cattolica. I vescovi hanno ritenuto necessario mettere a punto questo strumento anche alla luce dei dati sull’immigrazione del 2009, secondo cui i cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia ammonterebbero a circa quattro milioni e mezzo. Circa la metà degli immigrati sono cristiani: fra di loro i fedeli ortodossi erano stimati nel 2008 in circa un milione centotrentamila.

Un testo quindi che si propone di fare chiarezza su di un tema che sarà sempre più all’ordine del giorno.

Milano: in occasione della BIT si inaugura oggi l’Oasi del Silenzio

Prende il via quest’oggi a Milano la BIT (Borsa Internazionale del Turismo) una delle principali manifestazioni del settore, che quest’anno dedica una particolare attenzione al turismo religioso. Al settore sarà dedicato un momento di incontro specifico per gli operatori coinvolti nella valorizzazione dei siti storici, dei percorsi e dei cammini di fede, dei luoghi di culto e delle destinazioni religiose.
Proprio in occasione della prima giornata della BIT, verrà inaugurata l’Oasi del silenzio, uno spazio interreligioso costruito all’interno del quartiere espositivo della Fiera di Milano, costruita a Rho. L’iniziativa sarà gestita dal Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano e dal Forum delle Religioni. L’Oasi del Silenzio è un luogo di raccoglimento e preghiera aperto a tutti i culti. L’area è divisa in tre parti: un ingresso, che ha lo scopo di accogliere i visitatori; una cappella destinata ai fedeli cristiani; un locale lasciato volutamente senza caratterizzazioni religiose specifiche, riservato alle altre confessioni.
L’unico elemento presente è una fonte d’acqua, poiché l’acqua spiega don Giampiero Alberti, collaboratore per i rapporti con l’islam del Servizio per l’ecumenismo e il dialogo della Diocesi di Milano, “è un segno primordiale che in tutti i culti rappresenta un mezzo per avvicinarsi alla divinità”. In occasione delle principali mostre in programma alla Fiera, questo luogo non solo sarà aperto, ma anche animato da funzioni: il venerdì si terrà il rito musulmano, il sabato e la domenica quello ebraico e quello cristiano. Per buddhisti ed induisti non sono previste funzioni specifiche, ma sono disponibili testi che aiuteranno i fedeli a raccogliersi in preghiera